26.5.07


HGW XX/7

Le vite degli altri non ci appartengono.

C’è una barriera fatta di pensiero che le protegge dalla nostra furia, che ci impedisce di denudarle solo per soddisfare il piacere di non avere limiti. O per rimpicciolirle in un’idea fatta di illusione.
Le vite degli altri piangono lacrime uguali alle nostre, ma non sono i nostri occhi a dar loro un senso. Le vite degli altri sono solo segni, memoria, forse esempio, quando riusciamo a coglierne il sussurro.
Le vite degli altri non sono sospese su consolanti illusioni, ma sul dolore delle azioni e dei grandi sentimenti.
Le vite degli altri non sono parole, o nomi, o maschere.
Sono solo inaccessibili scintille tra due istanti di buio.