18.10.08

Dopo

E’ vero.
Prima era tutto diverso.
Non c’era frenesia, non c’era ansia, l’intervallo era semplicemente fatto di istanti uguali a tutti gli altri, e l’esigenza di parlare era assopita dall’attenzione verso le mille cose della vita.
Prima.

Ma il Prima è appunto qualcosa che non c’è più, è passato e per questo lo si chiama col suo nome.
L’Adesso è qualcosa di diverso, è fatto di altri istanti che urlano, diversi solo in qualche breve, sempre troppo ed esageratamente breve attimo per poter riempire un mondo intero.
L’infelicità è fatta adesso di confronti con se stesso, di conti sulle proprie parole, di dubbi sul senso inesistente dei perché e delle risposte.
E’ fatto della paura che non sia giusto voler restare qui, che la libertà di chiedere debba essere cancellata per essere felici.
Non ci si può più adesso domandare il perché di un lontano e strano silenzio.
Adesso.

Il Dopo non si annuncia ancora, eppure è sempre lì, alle porte. Non vuole, non può essere uguale a ciò che è stato, ne’ a ciò che ancora è. Non sarà fatto di impossibili speranze, ma nemmeno voglio sia solo l’oblio di un sogno.
Voglio che sia fatto di limpido e libero voler bene. Come prima e più di prima. Come adesso e più di adesso.
Semplicemente.
Dopo.