2.1.07


Il cronometro

Giorni fa, in uno strano film, credo fosse russo o iraniano non so, insomma una roba leggera leggera da sera del dì di festa, si vedeva un tizio che cronometrava i rari momenti felici della sua vita, secondo per secondo.
L’idea al momento mi è sembrata fantastica devo confessarlo, ma pensandoci un po’ la paura mi ha poi fatto cambiare idea. Sì insomma ci ho rinunciato. Non credo che sarei riuscito ad andare al di là di qualche ora, 10, 15, forse 20 volendo abbondare. Solo che come accadeva al tizio del film, a 50 anni mi piacerebbe poter dire di avere vissuto almeno un’ora di vita vera per ogni anno di tempo trascorso a ricercarla per mari e per monti. Insomma, una farfalla vive solo un giorno ma in quelle brevi ore non cessa mai di vivere la propria vita nel modo più intenso e felice possibile, fosse anche solo per saltare da un fiore all’altro, da un profumo all’altro. E rendersi conto di essere finora riuscito a vivere in modo autentico addirittura meno del più piccolo insetto, mi renderebbe la giornata abbastanza infelice.

Chissà, forse è per questo che da un po’ trovo più soddisfazione a guardare che a mostrarmi, ad ascoltare che a parlare, leggere invece di scrivere, sognare piuttosto che guardare il giorno che scorre.
Non mi è mai riuscito di procurarmi con una mia azione la vera felicità, fosse pure quella di un breve istante da misurare col cronometro. L’ho trovata a volte che mi attendeva nascosta fra la noia, altre volte l’ho intravista dietro una parola ascoltata, una frase trovata in mezzo a parole stanche, nell’immagine di una notte lontana. Una sera addirittura mi ricordo che per mezz’ora, mentre assistevo ad un concerto in compagnia di un cartone di birra mi sono sentito quasi in pace con me stesso…

L’altro giorno invece mi è venuta voglia di sedermi qui, per qualche ora, a scrutare il mondo dalla finestra dei miei occhi chiusi.
Ascoltando il ticchettio della mia pace.