1.1.09


Anno


Ricordo sbornie fatte di anice da due soldi e campanelli suonati dall’incoscienza, nel gelo della notte ancora amica. E neve a sfiorare guance arrossate da urla di inconsapevole leggerezza. Ricordo fuochi lontani tra niente e niente, in compagnia di alterigia alcolica e grida strozzate dalla stanchezza. E pensieri impudichi tra paillettes e seni finti, mentre lo scorrere del tempo rimane ancora inascoltato. Ricordo il buio di una sala gremita di amici di una sera, nascosti nell’ombra di una serranda accostata sul nulla. E luci di una città estranea fatta di rumore e cocci luccicanti. Ricordo inviti fatti per dovere e sorrisi a nasconder lacrime, speranze segrete accostate a visi indifferenti e ad occhi rivolti altrove. Bambini urlanti, vino a fiumi, fumo azzurro e colmo di note velenose. Ricordo paure di restar solo, e gioie di ritrovare visi noti, immagini di ciò che vorresti e non sarai che per una notte. Giochi, riso, fiocchi, cibo, mamma, amici, amore solitario, la prima e l’ultima, sonno e gioia, stelle in un cielo livido di malinconia.
Ricordo e forse rimpiango.
Attesa, infinita e prosciugante.

Malinconico passaggio da oggi a ieri.