16.11.06


Respiro

Rinchiuso in questo respiro, felice di una prigione che preserva dal vuoto del Destino.
Perché mille sono i modi di pensare un respiro, ma il più certo è quello che ce lo mostra come giudice e sovrano.
Allora riesci a vederlo, quest’occhio che regola il tuo tempo col ritmo della vita e della morte. Lo senti che penetra in ogni tua fenditura, linfa di vapore, vento che si fa sangue per nutrire le microscopiche foglie del tuo albero. Lo cacci da te, come veleno che intossica, e lui ritorna a riaccenderti il calore, Dio fatto di vuoto, musica del tuo stesso tempo.
Ti porta all’amore e all’odio, governandone l’onda; ti protegge mentre il corpo riposa, incontrollabile ritmo creatore, ti dà la forza nella lotta e nella paura, conservando briciole di ogni speranza affievolita, esiste come tua ombra da prima che tu lo riconosca.
Non è aria ma sospiro, non è motore ma anima, non è morte.
E’ la tua piccola vita.
E tu ad ogni soffio lo adori, prigioniero felice di questa cella dai colori del cielo.