30.10.11



Labirinto
.

Disperso nel labirinto delle mie cicatrici. Confuso dalla memoria di sensazioni sovrapposte, forse intercambiabili o più semplicemente fluide come acqua mista a fango, adattabili ad ogni singolo ricordo, fatte di cadute e di riprese, di sconfitte e di nuove illusioni; ognuna diversa da se stessa e tutte identiche alle altre. Le parole schiacciano la felicità dentro la scatola della ragione, incuranti della bellezza misteriosa di ciò che viene abbandonato a se stesso e lasciato evaporare nel tempo. Silenzio in me, come tutto attorno. Nella nebbia unta del non detto i contorni sfumano in ferite ricoperte di pelle morta. Nella malinconica danza di piedi strascicati dall’impotenza, il sentiero si ricopre di solchi ricolmi di rimpianto.
E ad ogni nuova svolta la triste consapevolezza di essere ritornato un’altra volta al punto di partenza.
Assordato dall’urlo insopportabile di un sentimento impossibile da raggiungere